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Mercato Italiano, come va?

Un giorno, in una grande edicola di Milano, cercavo qualcosa che parlasse di Whisky… all’estero si trovano Whisky Advocate, Whisky Magazine…. in Italia ci sono riviste di cucina e di moda, di terapie alternative (soldi buttati) e di informatica per tutti i gusti e tutti i colori ma di Whisky manco l’ombra.
Whisky Magazine è tradotta in francese, greco, mandarino, spagnolo e giapponese ma non in italiano. Perché?
Perché l’Italia non è un mercato “interessato” al Whisky…. Continua la lettura di Mercato Italiano, come va?

World Whiskies Awards 2015

World Whiskies AwardsIl World Whiskies Awards è una concorso indetto dal 2007 da Whisky Magazine con lo scopo di cercare, riconoscere e premiare il Miglior Whisky del Mondo nelle sue varie tipologie.
Un’impresa decisamente ardua e che spesso sorprende per i risultati che raggiunge.

Nel 2014 ci fu una grande sorpresa quando il vincitore (per la categoria Single Malt) fu il Sullivans Cove French Oak Cask un Whisky che non arriva dalla Scozia ma da molto più lontano: la Tanzania stesso clamore (almeno dei giornali) quando Jim Murray premiò il Kavalan Solist Sherry Cask (un whisky no age di una distilleria con sede a Taiwan) come miglior whisky nella sua “Whisky Bible 2015”

A quanto pare Kavalan il Whisky lo sa fare bene perché il Kavalan Solist Vinho Barrique a piena gradazione è stato nominato “Miglior Whisky dell’anno”

Il fatto che non sia più la Scozia a detenere, come si potrebbe pensare, lo scettro dei migliori Whisky, non deve meravigliare più di tanto: significa che il Whisky è ormai una realtà (e un business) mondiale e c’è evidentemente chi ha capito come farlo e farlo bene.

per i curiosi, vediamo le ultime edizioni e chi ha vinto il World Whiskies Awards:

2007 Talisker 18 annni (Scozia)
2008 Yoichi 20 anni (Giappone)
2009 Highland Park 21 anni (Scozia)
2010 Ardbeg Corryvreckan (Scozia)
2011 Yamazaki 1984 (Giappone)
2012 Yamazaki 25 anni (Giappone)
2013 Ardbeg Galileo (Scozia)
2014 Sullivans Cove French Oak Cask (Tasmania – Australia)
2015 Kavalan Solist Vinho Barrique (Taiwan)

Mamma, mi si è rotto il tappo!

La disperazione… vuoi degustarti un buon Whisky e appena prendi in mano il tappo succede questo:

tappo rotto

La musica in sottofondo è quella di Psyko, osservi la bottiglia e senti il resto del tappo sbriciolarsi tra le dita…
Niente da fare, ormai il danno è fatto. Non resta altro che prendere un cavatappi e con la massima delicatezza recuperare quanto rimasto certi del fatto che pezzi di trucioli finiranno inevitabilmente nella bottiglia.
Per ovviare a questo problema, l’unica vera soluzione è quella di mettere della pellicola da cucina intorno al tappo primo di rinfilarlo nel collo:

Soluzione tappo bottiglia rotto

in questo modo si mantiene la tenuta salvando il tappo. Non usate altri metodi della nonna come ungere il collo o il tappo con olio  o simili…
Se vi ritrovate bottiglie senza pellicola, apritele con la massima delicatezza: ruotando il tappo leggermente prima di sfilarlo. Un tappo che tenderà a rompersi da segni di cedimento prima: risulta secco, si segna con le unghie facilmente e tende a perdere elasticità.

tappo avvisato mezzo salvato 🙂

Travaso in cristallo? no grazie.

decanter cristallo

Si vede nei film, c’è nella credenza della nonna e se siamo grandicelli anche in quella dei genitori, si usava come il servizio di piatti e posate delle grandi occasioni o il vestito della domenica.
Era un gesto signorile, di eleganza: si prendeva la bottiglia di Whisky (o più facilmente Whiskey) e la si travasava in questi pesanti cristalli dalle mille forme e sfaccettature. Tappo in cristallo che se ti cadeva in terra rompevi il pavimento di quello che abitava sotto di te e i vicini chiamavano i pompieri temendo un terremoto.
Ha senso usare queste bottiglie, spesso opera di artigiani, dal costo elevato e peso importante, oggigiorno? Danno un valore aggiunto al Whisky? Aiutano a conservarlo? Continua la lettura di Travaso in cristallo? no grazie.

Sbagliato candeggio? Il caramello

colorante caramello

Ma il Whisky può scolorire o variare tono col tempo?
Si, può accadere. Ma la colpa non è dovuta all’evaporazione di alcol e quindi alla presunta conseguente concentrazione del distillato come molti potrebbero pensare, bensì dalla presenza di un colorante.
L’unico additivo consentito per lo Scotch Whisky è il Caramello (sigla E150) che si divide a sua volta in 4 tipologie (tutte usate in molti alimenti, dalla panna cotta alla Coca Cola, dalle caramelle al Whisky):

E150a
Il colorante detto “caramello semplice”, il più utilizzato nell’industria alimentare ed utilizzato anche per i distillati

E150b
Caramello a base di solfito-caustico

E150c
Caramello a base di ammoniaca

E150d
Caramello a base di solfito-ammoniaca
(presente in molte bibite gassate)

Per quanto riguarda gli ultimi 2, ovvero quelli a base di ammoniaca, la rivista scientifica Lancet Oncology (nel 2011) ha alzato la bandierina indicandoli come potenzialmente dannosi alla salute, la FDA (Food and drug administration) e l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) hanno indagini aperte e stanno valutando il da farsi.

Il caramello che ci interessa come detto è il primo, caramello semplice o E150a, l’unico autorizzato dalla Scotch Whisky Association (SWA) nel 2009.
La sua presenza nei distillati è ovviamente molto bassa, in concentrazioni che vanno dallo 0,1 al 0,5% e serve proprio a dare un tono più caldo al distillato magari troppo pallido. Fortunatamente, molte si vantano di scrivere sull’etichetta che non utilizzano il colorante e fanno bene! E’ un altro esempio di come sia importante per alcune distillerie mantenere puro e inalterato il whisky.
Il colorante in questione è ovviamente soggetto a modifiche di toni se esposto alla luce solare per lunghi periodi e quindi non correttamente conservato.
Quindi se vi accorgete che una vecchia bottiglia di Whisky ha cambiato leggermente colore, date un’occhiata agli ingredienti: probabilmente conterrà il caramello.

E’ inutile ribadirlo, il Whisky va coccolato e pertanto conservato correttamente: in luogo fresco, asciutto e lontano da fonti di luce.

Ma il caramello non sa di…. caramello? Non modifica anche il sapore?
In teoria si, in pratica non c’è riscontro scientifico al momento. Chi sostiene il contrario lo giustifica con le minime quantità utilizzate che non sarebbero in grado di modificarne anche il sapore, però…. per sicurezza, accertatevi che il caramello non ci sia, e vi togliete ogni dubbio 🙂

l’appiattimento delle diversità – globalizzazione?

E’ un post un po’ riflessivo, che mi auguro di poter espandere grazie ai Vostri commenti e che riguarda la lenta ma inesorabile scomparsa delle caratteristiche univoche di una distilleria: l’acqua, l’essiccazione a torba, il malto, le vasche di fermentazione e l’imbottigliamento.

L’acqua:
Le disposizioni della Comunità Europea sulla purezza delle acque utilizzate a fini alimentari è molto stringente, diverse distillerie devono procurarsi l’acqua da fonti più pure e magari meno vicine o in ogni caso applicare filtri più selettivi alla sorgente.

L’essicazione a torba:
Con l’introduzione del carbone e delle fornaci elettriche, a gasolio o a gas nel ventesimo secolo, la torba non è più il combustibile fondamentale per essiccare l’orzo con il risultato che il Whisky si è “ammorbidito” diventando più leggero e meno torbato. Continua la lettura di l’appiattimento delle diversità – globalizzazione?

Single, Blended o Vatted?

Qualche tempo fa, in tv c’era una pubblicità di Gino Paoli che esaltava un Blend Whiskey suonando un accordo sul pianoforte, donando uno stato di piacere, di completezza, di grandiosità, quando per il Single Malt, si limitò a premere un tasto emettendo così una singola nota. Magari quella pubblicità c’è ancora, non saprei dirlo perché la televisione non la guardo molto.
Ad ogni modo l’idea che si voleva passare è che un Blend è più “completo” di un Single. Ma….
Passo indietro.

Single Malt:

si possono definire Single Malt, solo ed esclusivamente i Whisky prodotti in un’unica distilleria e con un unico tipo di malto (Orzo) Continua la lettura di Single, Blended o Vatted?

qualunquismo generalizzato

E’ un post breve, riflessivo e che fa un po’ sorridere.
Tante volte nei ristoranti capita di osservare la lista degli spiriti, d’abitudine butto sempre un occhio ai Whisky offerti e mi diverte sempre la generalizzazione, ad esempio:

Dalmore 8 euro
Glen Grant 5 euro
Chivas Regal 5 euro
Jack Daniel’s 5 euro

Gli appassionati sanno benissimo che la domanda che sorge spontanea leggendo questa lista d’esempio è: “Dalmore si… ma quale?”
Perché ovviamente se si tratta di un 12 anni va bene.. ma se fosse un 25 anni allora ne prenderei un paio come sample!
Alla fin fine per noi appassionati è come se si entrasse in un concessionario e si ordinasse una “Fiat”.