due parole con Andrea Ferrari: Hidden Spirits

Biglietto Hidden Spirits

Per quei pochi che non conoscono Andrea Ferrari, nel 2013 ha fondato a Ferrara una piccola azienda, la Hidden Spirits che seleziona,
imbottiglia e commercializza Single Malt Scotch Whisky.

Ciao Andrea anzitutto desidero ringraziarti per il tempo che mi hai dedicato, quindi vengo subito al sodo con
la prima domanda fondamentale: Hidden Spirits: un nome che dice molto a chi apprezza le piccole realtà, ciò che si conosce meno
perché meno visibile

Ciao Giorgio e grazie per l’interesse verso Hidden Spirits.
A mio avviso il nome dice tutto… eppure pochi mi chiedono come sono arrivato alla scelta del nome…
La scelta di chiamare l’azienda Hidden Spirits nasce dalla volontà di trasmettere a tutti l’obbiettivo che mi sono prefissato ed il succo del lavoro di selezionatore. Oggi come oggi è molto complicato, per un’azienda piccola come la mia, ritagliarsi uno spazio importante nel mercato mondiale del whisky. Il fatto di essere una piccola azienda ti preclude il mercato dei grossi broker di botti di whisky che si aspettano acquisti corposi e molto spesso senza assaggio del prodotto. Estremizzando potremmo dire che i brokers di botti vorrebbero, se così si può dire, fossi broker anche tu… tu compri 10-20 botti in stock e ti pigli quello che capita… al massimo se non ti piace lo rivendi… Fortunatamente non tutti i casks seller sono così e soprattutto questo metodo di lavoro non è ciò che ha spinto me nel creare Hidden Spirits.
4 regole fondamentali per me: Il venditore lo devi conoscere vis a vis, non si compra senza assaggio, selezionare qualcosa di particolare ed accattivante, provare sempre e comunque, ove possibile, ad acquistare botti direttamente dalle Distillerie.
E’ un po’ come scovare un tesoro nascosto… ecco perchè Hidden Spirits.

Io ho sempre adorato le etichette, dei vini come dei distillati, sono al pari della copertina di un libro, di un album musicale,
è l’abito che come sappiamo molto bene non fa il monaco, però se è bello ha il suo valore aggiunto.
Potrai capire quindi quanto ho apprezzato la tua iniziativa di unire il Whisky con l’Arte o, come dall’evento che avevi organizzato
a dicembre dello scorso anno “Whisky è Arte” (Galleria d’arte MAG Italy in cui è stato possibile ammirare i lavori di Alessio “Sfiggy” Bolognesi e degustare gli imbottigliamenti di Hidden Spirits). Le tue etichette sono belle (adoro quella del Bunnahabhain 2008/2015) e curate.
Quanto è importante per te l’impatto visivo?

etichetta-hiddenspirits
Etichette HiddenSpirits

Etichette… beate etichette mi verrebbe da dire! Io sono fermamente convinto che l’etichetta sia fondamentale. Dietro ad un’etichetta, probabilmente, uno psicologo potrebbe raccontarti vita morte e miracoli del tuo pensiero, del tuo approccio al lavoro, dei tuoi gusti, delle tue selezione e così via… l’etichetta esprime il sentimento con cui hai deciso di imbottigliare un prodotto. Io personalmente non amo imbottigliamenti con etichette anonime e/o standard… il mio primo approccio ad una bottiglia con etichetta , passatemi il termine, “anonima” mi dice subito che probabilmente il prodotto che troverò dentro la bottiglia potrà pure essere eccezionale… ma chi lo ha messo in bottiglia non l’ha ritenuto abbastanza importante da dedicargli una personalizzazione esclusiva.

Quanto è difficile trovare botti degne di entrare in una bottiglia come single cask?

In questo caso mi permetto di allargare il discorso rispetto alla tua domanda… Non è difficile trovare botti interessanti oggi… Oggi, più di ieri, è difficile trovare botti interessanti a prezzi ragionevoli. Io ho ormai sposato una linea chiara… cercare, ove possibile, di creare imbottigliamenti a prezzi accessibili agli amanti del Single Cask Whisky. Questo non vuol dire abbassare l’asticella rispetto alla qualità del prodotto, vuol dire curare in modo quasi maniacale la fase di ricerca di nuovi possibili venditori.

Secondo te i gusti delle persone, ciò che cercano, sta cambiando e le distillerie si adeguano (sto pensando agli ultimi Ardbeg che hanno meno carattere
del passato) o è l’opposto? In questo, il tuo ruolo di Imbottigliatore Indipendente può avere un valore aggiunto?

Il discorso è abbastanza complesso quindi cercherò di sintetizzare… Non dobbiamo mai dimenticarci che il mercato del Single Malt Whisky è una nicchia di un gigantesco mercato che si chiama Whisky. Questo gigantesco mercato chiamato Whisky è dedicato principalmente alla grossa distribuzione che necessita di prodotti non troppo complessi, facili da bere e per così dire “standard” fin quando il mercato non richiederà altro.
Altra cosa è il Single Malt Whisky/ Single Cask Whisky… provo a spiegare: Le Distillerie impostano il proprio reddito principale sugli imbottigliamenti di core range (prodotti di linea) che devono essere, come aromi e sapori, riconoscibili e stabili nel tempo. Questo permette di pianificare con tranquillità la parte grossa del lavoro. Tutte le varianti al core range (Single Cask, Finishing, 1st fill …) aiuta la Distilleria a capire meglio come si direziona il mercato verso i propri prodotti. Bisogna anche pensare che è la Distilleria, nel bene o nel male, a dettar gioco non le persone; la grande richiesta di whisky nel mondo ha ridotto le scorte, quindi, molto spesso richiede una modifica a ribasso dei prodotti di core range.
Un Selezionatore/IB (Independent Bottler) nasce, a mio avviso, libero da statistiche di mercato (anche se ci si deve confrontare prima o poi). L’IB non ha un core range, crea edizioni limitate uniche ed irripetibili; come amo definirle io sono esperienze sensoriali temporanee, limitate nel tempo. Io come Selezionatore scelgo esclusivamente prodotti che, all’assaggio, mi provocano curiosità, fascino e forte identità. Come Imbottigliatore, io imbottiglio esclusivamente prodotti che, all’assaggio, mi provocano curiosità, fascino e forte identità ma che alla domanda: “Il consumatore riuscirebbe a finirne una bottiglia oppure no”? la risposta sia affermativa. 

Si vedono sempre più distillerie che mettono in commercio i No Age, bottiglie senza indicazioni di invecchiamento (quindi minimo i 3 anni di legge), lo fanno per risparmiare e perché “è una moda” o davvero sta “terminando” (passami il termine) il Whisky invecchiato? Questo per te è un problema o un vantaggio?

In parte ho già detto; le scorte di botti, su cui le distillerie basavano i propri core range (tra 10 e 20 anni di invecchiamento), certamente sono diminuite quindi, giocoforza, le Distillerie si vedono costrette a creare prodotti con minor invecchiamento. Oggi è più facile trovare botti con più di 20 anni di warehouse che botti con solo 11/12 anni di warehouse.  Per un IB è certamente un problema la riduzione degli stock soprattutto perchè innalza di molto i prezzi in acquisto. Per quanto riguarda i No Age se siano per il mio lavoro un vantaggio o meno, posso dire che ciò che mi permetterà di vendere bottiglie è la filosofia del mio lavoro non le fortune o le disgrazie degli altri…

Il tuo ultimo imbottigliamento (Ben Nevis 16 anni piena gradazione da single cask) proviene dall’unica distilleria scozzese
di proprietà della giapponese Nikka, quanto Giappone c’è nella tua scelta?

Diciamo che non sono un fanatico dei giapponesi… Ben Nevis è di proprietà giapponese Nikka ma, al di la della proprietà, per quanto possibile Ben Nevis ha vero cuore scozzese. Io la ritengo una Distilleria Highlander. Chiunque faccia un salto a Fort William può ben capire che Ben Nevis è la tradizione fatta a Distilleria, informatizzazione al minimo, modernizzazione ancor meno. La maggior parte del whisky prodotto a Ben Nevis viene trasferito con bulk in Giappone per realizzare blended whiskies per la grande distribuzione. Con i denti questa distilleria preserva un’identità scozzese, che si esprime al meglio nei suoi magici Single Casks, a dispetto di quanto la linea commerciale giapponese vorrebbe. 

Concludo con un paio di domande a bruciapelo… qual’è la botte che hai rimpianto perché (per vari motivi) non sei riuscito
ad ottenere?

Era il 2014, aprile, decisi di non acquistare una botte di Mortlach del 1995, 54,9%vol sherry cask… ancora oggi me ne pento ma il bello di questo lavoro è che per una ottima botte persa altre certamente allo stesso livello ne arriveranno!

e qual’è il tuo Whisky (o la zona) preferita?

Io adoro le Highlands, vere, schiette, sincere!

E l’imbottigliamento che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

La più grande soddisfazione è sentire la gente che comunemente compra whisky al supermercato che, assaggiando i miei prodotti, con occhi sgranati ti dice: “Non me lo aspettavo!”

Grazie Andrea e a presto!!!!

Andrea Ferrari, Hidden Spirits: http://www.hiddenspirits.it/
S
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