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Whisky in Alsazia? Bien sur!

Durante i nostri viaggi enologici cerco sempre piccole distillerie di Whisky da scoprire ma mai mi sarei aspettato una zona così produttiva come l’Alsazia…
Alsazia… patria indiscussa di Riesling, Gewurztraminer, Pinot grigio e Moscato, fa anche parecchi distillati interessanti, come la grappa di Mirabelle (una varietà di prugne) anche se in realtà… distillano un po’ di tutto… E’ davvero facile trovare grappe per ogni gusto, da quella di pere william a quella di ciliegie (il Kirsch) dalle fragole al Marc di Gewurztraminer; per non parlare di quella di albicocche, mirtilli…. Insomma, ogni palato può esser soddisfatto…

Tranne il mio.
A me la grappa non piace.
Quindi parliamo di Whisky.

Il primo incontro è stato con la distillerie Meyer, situata a Hohwarth, è gestita in famiglia e anche lei ha una vastissima scelta di distillati, principalmente di frutti locali ma ultimamente (dal 2007) anche di Whisky.

Distilleria Meyer Alsace

Da loro ho assaggiato (ed acquistato) il Meyer’s Whisky Alsacien Pure Malt:

Si tratta del loro top di gamma, medaglia d’oro al  Concours Agricole de Paris del 2018; un singolo malto di doppia distillazione ufficialmente NAS ma che loro mi hanno confermato avere un invecchiamento di circa 8 anni.

Al naso l’ho trovato molto piacevole e abbastanza complesso, con note di caramello, miele ed un alcol bel gestito (40% Vol.)
Bella bocca, morbido, pieno
Il finale è la cosa che mi ha sorpreso di più, estremamente piacevole e piuttosto lungo, con note di caramello, prugna secca, erbaceo tendente al balsamico.

Per ora mi fermo qua, ma non senza salutare e ringraziare Alessandro, compagno di corso AIS e che nonostante non beva Whisky, è l’unico vero e confermato assiduo lettore di Uischi!

Riflessioni di oggi su libri di ieri

A tempo perso sto leggendo un libro di Piero Accolti: “Whisky” acquistato online usato in una edizione del 1972 (sinceramente non so se si trovano ristampe, questa la potete trovare abbastanza facilmente).Whisky di Piero Accolti
Premetto che non l’ho ancora terminato ma trovo sia una simpatica finestra sul passato dell’Italia e della Scozia.
Nella primissima parte del libro infatti sono riportati una serie di eventi autobiografici relativi all’arrivo del Whisky in Italia e nella seconda scorci di vita scozzese: dal cibo alle strade, agli incontri e conoscenze nel mondo del Whisky che l’autore ha fatto. Ogni capitolo può definirsi una piccola storia a sé, un po’ romanzata, un po’ raccontata.

Mi ha colpito  una parte relative alla tassazione: oggi ci lamentiamo tutti sempre tanto delle accise importanti che vengono applicate nei vari import/export rendendo i super alcolici decisamente costosi, ebbene Accolti ad un certo punto scrive (cito testualmente):

“per le casse dello Stato il Whisky val più dell’oro, su ogni gallone proof venduto dalla North British Distillery a 6 scellini e 6 pennies, circa cinquecentosettanta lire, la finanza applica un’imposta di undici sterline, undici scellini e undici pennies, ovvero ventimila lire più o meno”

e parliamo degli anni 60-70.

Ora… non penso che a livello di tassazione le cose siano molto cambiate…  forse è anche per questo che in Scozia si aprono distillerie con tanta facilità?
Certo, in mezzo (tra gli anni 60/70 ed oggi) c’è passato parecchio tempo e sono accadute molte cose che ignoro (e per questo, se qualcuno volesse aggiunger qualcosa sarebbe molto gradito)  e sicuramente la richiesta di Whisky nel mondo è aumentata rispetto ad allora.

…continua? (il libro non l’ho ancora terminato… quindi non escluso aggiunte/modifiche al presente articoletto)

Il libro come detto lo trovate anche su Amazon usato, a questo link ad esempio:
http://goo.gl/PhUIPL

Imbottigliatori Indipendenti, intervista a Max Righi (Silver Seal)

Silver Seal Whisky ArdbegGli appassionati non finiranno mai di ringraziarli ma molti non sanno nemmeno che esistono; chi sono gli imbottigliatori indipendenti e cosa fanno?

Massimo (Max) Righi ce lo racconta così:

Non sono altro che persone che hanno unito lavoro e passione, selezionando barili di varia provenienza (Distillerie e Traders)  per poterle imbottigliare sotto il loro nome, dando così un’impronta personale sulla selezione, trattandosi al 99% di Single Cask e all’80% di gradi pieni, sia per quanto riguarda il Rum (meno single cask e meno gradi pieni) che i Whisky.
Un ruolo importantissimo di questi è che hanno portato alla luce distillerie che in passato venivano utilizzate solo per miscele (Blend), regalando graditissime sorprese e lanciando la tendenza del Single Cask
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