Laphroaig 10 – Re della torba

Laphroaig 10

Laphroaig (che si pronuncia La-Froig) è senza alcun dubbio il Re dei Torbati. Un Whisky che si ama o si odia senza vie di mezzo e ad amarlo sono davvero in tanti! Gli hanno dedicato persino un Fan Club: i Love Laphroaig e il nome dice tutto.
La distilleria è una delle 8 presenti e attive su Islay e una delle poche a mantenere tutto “come una volta”, maltaggio compreso, che avviene ancora a pavimento.
Questo 10 anni si trova facilmente al supermercato, venduto al 40% di alcol è uno dei Whisky torbati più venduti in tutto il mondo (nel 2012 la Distilleria ha vendute ben 2.700.000 bottiglie, arrivando all’8° posto dei Single Malt) Continua la lettura di Laphroaig 10 – Re della torba

Travaso in cristallo? no grazie.

decanter cristallo

Si vede nei film, c’è nella credenza della nonna e se siamo grandicelli anche in quella dei genitori, si usava come il servizio di piatti e posate delle grandi occasioni o il vestito della domenica.
Era un gesto signorile, di eleganza: si prendeva la bottiglia di Whisky (o più facilmente Whiskey) e la si travasava in questi pesanti cristalli dalle mille forme e sfaccettature. Tappo in cristallo che se ti cadeva in terra rompevi il pavimento di quello che abitava sotto di te e i vicini chiamavano i pompieri temendo un terremoto.
Ha senso usare queste bottiglie, spesso opera di artigiani, dal costo elevato e peso importante, oggigiorno? Danno un valore aggiunto al Whisky? Aiutano a conservarlo? Continua la lettura di Travaso in cristallo? no grazie.

Oban 14 – Un altro classico

Oban 14 anni

 Oban invecchiato 14 anni è un altro Whisky dei Classic Malts della Diageo che si trova facilmente al supermercato.  La distilleria, fondata nel 1794  è una delle più antiche ancora in funzione e che sostanzialmente non ha mai avuto grandi stravolgimenti o espansioni perché ad espandersi fu la cittadina di Oban (West Highland), avvolgendola di edifici e limitandone le possibilità di crescita.
E’ rimasta quindi una piccola distilleria con una produzione di 780 mila litri annui (al 2014) e due soli alambicchi.

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la perfezione non mi piace – Yoichi 15

Premessa, quanto segue è il ricordo di un assaggio, senza appunti, senza ruote di sapori, senza macchina fotografica e penna…. solo sensazioni.

Desidero precisare anzitutto cosa cerco in un Whisky: l’unicità.
Unicità intesa come caratteristica univoca, autenticità, segno distintivo, la voce fuori dal coro. Le persone sono uniche, ogni tramonto è unico. I tramonti non vanno fotografati perché in foto diventano tutti uguali, vanno vissuti, fermandosi ed osservandoli. Lasciando spazio ai pensieri. Continua la lettura di la perfezione non mi piace – Yoichi 15

Lagavulin 16 – amore a primo assaggio

Lagavulin 16

 

Il Lagavulin (che si legge  lah-gah-voo’-lin) è per molti, me compreso, primo amore.
Ricordo di averlo bevuto la prima volta al Mulligan’s di Milano, insieme ad Umberto Toblier, carissimo amico che se ne comprò subito una bottiglia. E fece bene. E’ a lui che dedico questa degustazione, in ricordo dei vecchi tempi.
Il Lagavulin è uno dei Classic Malts di Diageo, assolutamente imperdibile e da avere sempre. E’ un Whisky di Islay con tutte le caratteristiche di tali Whisky: torbato, affumicato, intenso, pieno. Continua la lettura di Lagavulin 16 – amore a primo assaggio

Dalwhinnie 15, una garanzia

Dalwhinnie 15

 

Chi non ha visto al supermercato il Dalwhinnie alzi la mano.
E’ uno di quei pochi Whisky che si trovano facilmente, con un invecchiamento di tutto rispetto (di più anziano e altrettanta facile reperibilità c’è solo il Lagavulin 16 anni che costa ovviamente anche di più)
In ogni caso…

Chi mai vorrebbe costruire una distilleria in uno dei luoghi più remoti, desolati, ventosi e piovosi delle highlands? Continua la lettura di Dalwhinnie 15, una garanzia

Sfida Arran Glenfarclas Glenburgie (ne resteranno soltanto due)

Arran-Glenfarclas-Glenburgie

 

3 bottiglie interessanti per il Milano Whisky Festival 2014.
Volevo acquistarne solo due, una andrà scartata, quindi una bella sfida: quali mi piaceranno di più?
Prima ancora di cominciare la degustazione, da Arran e Glenfarclas mi aspettavo grandi cose, Glenburgie è arrivato un po’ così, all’ultimo minuto ed è entrato timidamente nella sfida.

Arran è una piccola distilleria delle Islands, situata a Lochranza, sull’isola di Arran (ovviamente); fondata nel 1993 ha una capacità (al 2014) di  750 mila litri ma visto l’interesse per i suoi prodotti intende raddoppiare (da due a quattro) gli alambicchi entro il 2016

Glenfarclas ha una storia decisamente più lunga, considerando che nel 2011 ha festeggiato il suo 175° anniversario dalla fondazione. Ha una produzione di tutto rispetto con i suoi 3,4 milioni di litri annui di capacità e si trova nella regione con il più alto tasso di concentrazione di distillerie, lo Speyside, con sede a Ballindalloch.

Glenburgie, fondata nel 1810 è una storica distilleria nello Speyside che nel 2003 è stata completamente ricostruita demolendo la vecchia, ha una capacità di oltre 4 milioni di litri, molti dei quali utilizzati per dare carattere al Blend Ballantine’s.
L’ultimo arrivato sarà anche il primo ad essere assaggiato Continua la lettura di Sfida Arran Glenfarclas Glenburgie (ne resteranno soltanto due)

Eddu silver

Eddu Silver

Nel 1921 Francès Le Lay  acquistò un piccolo alambicco per la distillazione ambulante di uno spirito tipico bretone: il Lambig, partendo da un’altra bevanda alcolica tipica: il sidro.
Girava con il suo alambicco di paese in paese, e da una botte barrique di sidro otteneva fino a 20 litri di Lambig.
Il figlio Guillaume aprì un negozio: le Distillerie des Menhirs,  Pont-Menhir a Plomelin (vicino a Quimper) e proseguì la tradizione di distillatore, finché arrivò René Guy Le Lay che volle espandere il mercato e tentare qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima: un distillato a base di grano saraceno. Continua la lettura di Eddu silver

Sbagliato candeggio? Il caramello

colorante caramello

Ma il Whisky può scolorire o variare tono col tempo?
Si, può accadere. Ma la colpa non è dovuta all’evaporazione di alcol e quindi alla presunta conseguente concentrazione del distillato come molti potrebbero pensare, bensì dalla presenza di un colorante.
L’unico additivo consentito per lo Scotch Whisky è il Caramello (sigla E150) che si divide a sua volta in 4 tipologie (tutte usate in molti alimenti, dalla panna cotta alla Coca Cola, dalle caramelle al Whisky):

E150a
Il colorante detto “caramello semplice”, il più utilizzato nell’industria alimentare ed utilizzato anche per i distillati

E150b
Caramello a base di solfito-caustico

E150c
Caramello a base di ammoniaca

E150d
Caramello a base di solfito-ammoniaca
(presente in molte bibite gassate)

Per quanto riguarda gli ultimi 2, ovvero quelli a base di ammoniaca, la rivista scientifica Lancet Oncology (nel 2011) ha alzato la bandierina indicandoli come potenzialmente dannosi alla salute, la FDA (Food and drug administration) e l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) hanno indagini aperte e stanno valutando il da farsi.

Il caramello che ci interessa come detto è il primo, caramello semplice o E150a, l’unico autorizzato dalla Scotch Whisky Association (SWA) nel 2009.
La sua presenza nei distillati è ovviamente molto bassa, in concentrazioni che vanno dallo 0,1 al 0,5% e serve proprio a dare un tono più caldo al distillato magari troppo pallido. Fortunatamente, molte si vantano di scrivere sull’etichetta che non utilizzano il colorante e fanno bene! E’ un altro esempio di come sia importante per alcune distillerie mantenere puro e inalterato il whisky.
Il colorante in questione è ovviamente soggetto a modifiche di toni se esposto alla luce solare per lunghi periodi e quindi non correttamente conservato.
Quindi se vi accorgete che una vecchia bottiglia di Whisky ha cambiato leggermente colore, date un’occhiata agli ingredienti: probabilmente conterrà il caramello.

E’ inutile ribadirlo, il Whisky va coccolato e pertanto conservato correttamente: in luogo fresco, asciutto e lontano da fonti di luce.

Ma il caramello non sa di…. caramello? Non modifica anche il sapore?
In teoria si, in pratica non c’è riscontro scientifico al momento. Chi sostiene il contrario lo giustifica con le minime quantità utilizzate che non sarebbero in grado di modificarne anche il sapore, però…. per sicurezza, accertatevi che il caramello non ci sia, e vi togliete ogni dubbio 🙂

Craigellachie 11 anni

Craigellachie 11

Craigellachie è una distilleria nello Speyside di proprietà di John Dewar & Son (Bacardi). La bottiglia in questione è un distillato del 2000 e imbottigliato da Old Masters nel 2012, maturato in botti di Bourbon, cask n. 150 a piena gradazione 57.3%

Al naso l’impatto con l’alcol si sente e forte! molto forte! Come anche parecchia vernice.
In bocca è potente, l’alcol è tanto e anestetizza immediatamente tutto… poi arriva una certa dolcezza zuccherina e lasciando trascorrere del tempo rimane un ricordo forse di cioccolato?

L’aggiunta di acqua la ritengo obbligatoria e i profumi diventano più interessanti: compare della frutta acidula ma che non riesco ad identificare bene

Il finale è speziato e la cosa bella è che più si attende più compare della liquirizia che rimane a lungo…

Ricordatevi di avere acqua fredda abbondante accanto….

ma parla come bevi!