I torbati hanno invaso lo Spazio?

Ieri, mentre era in corso una piccola emergenza (fortunatamente un falso allarme) sulla IIS, leggevo il blog “diario di Bordo” di Samantha Cristoforetti.
Mi ha colpito l’articolo “L’odore dello spazio” perché ad un certo punto Samantha scrive (cito testualmente):

A un certo punto, una volta aperto il portello sul nostro lato, Terry mi ha invitata ad annusare “l’odore dello spazio” nel vestibolo. È una specie di barzelletta, naturalmente, lo spazio non ha odore. Ma è apparentemente il tipico odore dei materiali che sono stati esposti al vuoto. Non un odore piacevole, vi dirò: direi che la componente dominante è “bruciato” con un pizzico di “marcio”.

bruciato con un pizzico di marcio?… ma non è che i Torbati hanno conquistato lo spazio? 😀

Bottiglia o Sample? bel dilemma

Sarà, ma io prediligo le bottiglie. Anche se i Sample aiutano la vita (e il portafoglio).
Quando si apprezzano i Whisky e si comincia ad acquistarne ed assaggiarne diversi si arriva per forze di cose a “volerne di più” che tradotto significa semplicemente desiderare imbottigliamenti particolari, tirature limitate e di annate importanti. Non c’è nulla da fare, quando c’è la passione e una certa esperienza di fondo maturata negli anni (leggasi assaggi ed acquisti), gli imbottigliamenti “normali” ci soddisfano meno e a volte non li guardiamo nemmeno: il Glen Grant 5 anni lo vendono anche dai baracchini dei panini che compaiono come funghi la notte, quindi lo bistratto (facendo male).
Però c’è l’imbottigliatore indipendente che ha scovato sotto uno zerbino una botte di nettare invecchiato 11 anni, lo ha imbottigliato e ora lo vende a 250 euro la bottiglia. Lo voglio.
In questo caso, se si hanno davvero tanti soldi da spendere (investire direi io, buttare direbbero molti) e tanto spazio in casa, ben venga l’acquisto.
La realtà dei nostri conti correnti purtroppo ci impone dei forti limiti sull’acquisto di bottiglie d’eccellenza (o presunta tale, visto che purtroppo non sono pochi i casi in cui una bottiglia che dal prezzo immaginavamo un’eccellenza, non si è rivelata tale alla degustazione)

Le soluzioni sono poche:
Si assaggiano presso i locali/pub
Si acquistano poche bottiglie all’anno
Si acquistano i Sample.

Il primo punto è quello più “triste” perché di locali che hanno una scelta degna dell’appassionato ce ne sono veramente pochi anzi, pochissimi. Personalmente ne conosco solo due a Milano: uno è l’Irish Pub Mulligans in via G. Govone, l’altro è il Bar Metro in Via dei Martinitt (P.za De Angeli). Se qualcuno ne conosce degli altri, anche in altre città, è gentilmente invitato a commentare e a segnalarmeli! Sarei ben felice di poter creare una lista di locali dove gli amanti del Single Malt (e magari non solo) possono recarsi per qualche assaggio…

Per le poche bottiglie,  è un po’ come faccio io… Poche ma buone diceva qualcuno e in generale è così

sample whisky
Per i Sample… beh.. a me i sample non piacciono molto…
Per me è come acquistare la copertina di un libro senza il libro. Purtroppo però è l’unica alternativa al “silenzio”.
Se vogliamo degustarci un Malto comodamente seduti sul divano di casa nostra mentre ascoltiamo della buona musica classica, l’unica alternativa è di comprare i Sample. Che poi sono anche carini, spesso confezionati con ceralacca, etichette personalizzate, magari scritte a mano…. Un tempo c’era chi collezionava i mignon (forse ancora adesso) e mi ricordo che quando ero piccolo, nell’armadietto dei liquori c’erano queste meravigliose bottigliette simili in tutto e per tutto a quelle grandi.
Però il Sample è pericoloso.. è una tantum, qualcosa di irripetibile (spesso)… la sua degustazione diventa un momento preziosissimo.
Ora, io non so voi, ma per me considerare la degustazione come esperienza soggettiva è un dato di fatto e come tale appunto è soggetto a diverse variabili: cosa abbiamo mangiato, come ci sentiamo, gli odori nella stanza, il nostro grado di stanchezza….
Una bottiglia ci consente il famoso ritenta, sarai più fortunato un sample molto probabilmente no.  Per me non sarebbe la prima volta apprezzare un whisky maggiormente dopo il secondo, terzo assaggio a distanza di tempo (anche settimane). Cambia la situazione, cambia la personale condizione fisica/mentale. Un sample ci obbliga a un tiro singolo, al giro veloce; non all’intera gara.

 

Whisky a merenda

magari spalmato su una bella fetta di pane tostato?
Perché no…
Simpatico infatti questo piccolo dono natalizio che abbiamo ricevuto:

Macallan caramelle e marmellate

confezione con caramelle fondenti (un po’ le nostre mou) al whisky e marmellatine alle arance insaporite con Whisky di Macallan, Bowmore e Famous Grouse
Premetto subito che il Whisky lo ha giusto “visto passare” (nelle caramelle si parla di percentuali dell’1,7%) tanto che negli ingredienti è aggiunto anche un “aroma Whisky”.
Le marmellate sono prodotte dalla MacKays, marca piuttosto famosa in Inghilterra e che esporta in tutto il mondo (chissà perchè tutte le marmellate al whisky che ho visto sono sempre di arance… io adoro quella di Marroni!)
Ma non sono qui certo per fare le pulci ad un regalo e degustandolo, un ricordo al whisky lo hanno (più le marmellatine che le caramelle) e che per un appassionato rimane un regalo simpatico e gradito

 

Salto nel mio passato: Teaninich 1983

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Rimettendo a posto i miei whisky ritrovo questa bottiglia del 2003, aperta da 10 anni e con due dita di distillato….
Aperta da dieci anni?! Sarà ancora buono? L’alcol sarà tutto evaporato?
Passo indietro…
La Teaninich, fondata nel 1817 è una delle prime distillerie scozzesi ad aver ottenuto la licenza in un mercato in cui l’illegalità prevaleva. Nonostante la “concorrenza sleale” già nel 1830 si poté considerare un’azienda solida.
Il suo distillato è utilizzato prevalentemente nei blended ma si trova comunque in giro (anche se poco), soprattutto da imbottigliatori come Gordon & MacPhail e nel mio caso distillato nel 1983, imbottigliato nel 2003 a 46% Vol.

Sono trascorsi 10 anni almeno…. però al naso l’alcol si sente senza essere troppo invasivo, la vaniglia prevale insieme ad un poco di torba
e profumo di lievito fresco.
In bocca è morbido, quasi burroso, la vaniglia prevale su tutto il resto: la frutta è un ricordo lontano con note di albicocche disidratate.
Finale medio, direi quasi “giusto” per persistenza con piacevoli note pepate.

Alla fin fine non sembrano passati 10 anni anche se purtroppo non ricordo minimamente gli assaggi degli anni indietro… ma magari qualcun altro conosce questa bottiglia e l’ha aperta da poco…

PS
L’etichetta originale riporta il logo di una Focena. Chi ha visto “I sogni segreti di Walter Mitty” non potrà trattenersi dal sorridere come è capitato a me….

Il gigante e il bambino – Glenfiddich Vs Abhainn Dearg

Certi numeri mi impressionano un po’….

Produzione di puro Alcol all’anno:
Glenfiddich:         14.000.000 litri
Abhainn Dearg:           20.000 litri

ovvero la più grande e la più piccola distilleria scozzese attiva e funzionante.
Una piscina olimpionica contro una gonfiabile.

La prima, che fu fondata da William Grant nel 1886, la vide lunga quando, durante il proibizionismo in America negli anni ’20, aumentò la produzione di Whisky anziché diminuirla; trovandosi così pronta quando l’era del proibizionismo finì e l’esportazione riprese di gran carriera.
Fu la prima anche ad “inventare” una bottiglia diversa (triangolare) da tutte le altre, come la Coca Cola per le bibite gassate.
Fu innovativa anche quando durante la crisi degli anni 60/70, periodo in cui molte distillerie vennero chiuse o vendute, decise di ampliare la produzione facendo pubblicità e aprendo un sito visitatori presso la sede di Dufftown.
Fu anche la prima di fatto ad inventare “il single Malt”: fino a quel momento infatti, la stragrande maggioranza del whisky prodotto veniva utilizzato per fare blend, la Glenfiddich (o meglio la William Grant & Sons) decise di valorizzare il proprio prodotto, il proprio Single Malt, cominciando così a distribuirlo e di fatto, creando la categoria.
Attualmente, mi risulta anche l’unica distilleria che ha in loco un team di persone dedicate alla manutenzione dei 28 alambicchi in rame.

La seconda è stata fondata nel 2008 da Mark Tayburn e ha cominciato a vendere online il suo primo Single Malt Whisky (Spirit of Lewis) nel 2011, con un invecchiamento di 3 anni in botti di Sherry europeo. Ci sono 500 bottiglie da 500ml in vendita per il mercato europeo e 500 solo per UK.  Hanno anche una speciale edizione, un single cask siglato e numerato dal fondatore (e distillatore) in una bella scatola di legno (circa 2000 esemplari). Finite queste bottiglie bisognerà aspettare fino al 2018, data in cui imbottiglieranno il loro 10 anni. Producono e fanno tutto loro, dal malto all’imbottigliamento (anche delle mignon!) e dalle prime degustazioni sembra essere molto promettente….

scusate l’assenza

Probabilmente al Milano Whisky Festival mancavo solo io….
Ho cercato inutilmente di organizzarmi, di liberarmi.. di trovare il tempo  per passare a conoscere persone interessanti ed assaggiare Whisky sublimi…
Ma…
C’è sempre un ma… e questo ma si chiama ristrutturazione, trasloco, scatoloni, armadi, montare, smontare, sposta, pulisci, gratta, lava, rilava, svuota, riempi……
Sono in ballo da fine agosto e sto cominciando a vedere la luce solo ora…
Quindi… scusate l’assenza….

PS
I miei 6 scatoloni di Whisky sono tornati a casa sani e salvi….

il mio è più buono del tuo

Yamazaki Sherry Cask 2013

da qualche giorno si parla tanto del Yamazaki invecchiato in botti di sherry edizione 2013 (48%Vol – 18.000 bottiglie). Se ne parla tanto perché il noto Jim Murray (autore della Whisky Bible) lo ha decretato il miglior whisky dell’anno.
Non ci sarebbe nulla di strano se la Yamazaki, fondata nel 1923 da Shinjiro Torii fosse scozzese ma ovviamente, come il nome del fondatore e della distilleria portano a pensare, è giapponese.

Si sa che i giornali (o meglio i giornalisti) appena c’è odore di clamore cavalcano l’onda, rendendo una pioggerellina leggera un diluvio senza sosta, e quindi è subito nato un valzer tra chi la sparava più grossa:

Il corriere della sera web:
“Addio Scozia, adesso il miglior whisky del mondo è giapponese”

La Stampa web:
“Il whisky scozzese perde lo scettro, il migliore al mondo è giapponese”

La Stampa (ed. cartacea)
“Scozia umiliata, il miglior whisky è giapponese”

Il Secolo XIX:
“Scioccante rivelazione per la Scozia: il whisky migliore è giapponese

Ansa:
“shock per la Scozia: il whisky migliore è giapponese”

insomma… uno si sveglia un mattino e scopre che ha sbagliato tutto, che il whisky buono non è scozzese… ma è proprio così?
Non voglio certo giudicare il parere di Jim Murray, uno che ha bevuto più whisky di quanti io creda ne esistano al mondo, ma vorrei ripeterlo per la milionesima volta. Il gusto è soggettivo. La valutazione è soggettiva. Ciò che piace a me, non è detto che piaccia a te e così via fino alla noia.
Dal mio punto di vista, non è tanto questo il problema: non mi importa se ad una persona piace più un whisky giapponese di uno scozzese o francese o altro, ma credo che, come in tutte le cose il problema sia legato a quanto questo parere possa influenzare il mercato.
Un po’ lo ha già fatto (e non poco): le 18 mila bottiglie sono andate a ruba e il prezzo è passato dai poco più di 100 euro a bottiglia ad aste che al momento in cui scrivo sono arrivate a oltre 200 euro (in pochi giorni). E non mi meraviglierei se nei prossimi mesi assistessimo ad un improvviso aumento di richieste di Malti giapponesi.
E’ questo che dovrebbe far riflettere, collezionismo a parte, una persona (per quanto autorevole) può variare così tanto il mercato? Siamo così pecoroni da inseguire una singola voce?
A giudicare dal mercato… forse sì.

PS
Amo il risotto, ne ho assaggiati di ogni tipo in ogni ristorante o agriturismo, ma il più buono è quello che fa la mia compagna.
Ovviamente, è soggettivo.

Milano Whisky festival 2014

Un evento importante e assolutamente da non perdere: l’edizione 2014 del Milano Whisky Festival:

Sabato 15 novembre 2014 – 13.00/21.30
Domenica 16 novembre 2014 – 13.00/21.00
presso Hotel Marriott – Via Washington, 66 – Milano:

Come sempre, gli imbottigliamenti speciali dedicati all’evento:

ARRAN DISTILLERY
Distilled 17/5/2008 – Bottled 18/8/2014
Sherry Hogshead N° 288
Limited edition of 336 bottles
59.8% – 70cl
Original Bottling

CAOL ILA DISTILLERY
Distilled 2/12/2004 – Bottled August 2014
Refill bourbon barrel N° 306467
Limited edition of 242 bottles
50% – 70cl
Bottled by Gordon & MacPhail

GLENFARCLAS DISTILLERY
Distilled 2006 – Bottled September 2014
Casks N° 749 & 750
Limited edition of 732 bottles
49.5% – 70cl
Original Bottling

senza contare l’importanza delle Master class (biglietti e prenotazione obbligatoria… alcune già esaurite):

SABATO 15 NOVEMBRE
Ore 14.30 – Tour of Scotland with Diageo
Ore 15.45 – Wilson & Morgan by Rossi & Rossi
Ore 17.00 – Arran Distillery by Beija Flor
Ore 18.30 – The Girvan Patent Still by Velier
Ore 20.00 – Glengoyne Distillery
DOMENICA 16 NOVEMBRE
Ore 14.00 – Cadenhead’s by Beija Flor
Ore 15.30 – Hidden Speyside by Pernod Ricard
Ore 17.00 – Nikka Distillery by Velier

il whisky da non aprire

Era il 24 aprile 1964, in una cantina buia, umida, nel silenzio del tempo che scorre è stato messo da parte un barile. Forse dimenticato o lasciato in un cantuccio volutamente, coccolandolo di tanto in tanto con uno sguardo, una carezza sul legno, mentre il whisky al suo interno maturava… e nel mondo, lontano da quella cantina, l’uomo andava sulla Luna… cadeva il muro di Berlino, nasceva Internet. E il rovere e la pazienza compievano incuranti la magia: Glenlivet Winchester Collection Vintage 1964. Da questo ottobre è in vendita da Harrods a 25.000 dollari (100 bottiglie esistenti)

Durante l’incoronazione di Giorgio VI, la Glenfiddich mise da parte il cask numero 843 e lo lasciò riposare per 64 anni.
L’evaporazione lenta e costante permise dopo tanto tempo di imbottigliare solamente 61 Glenfiddich 1937 rare collection. Nel 2012 Christie’s batté all’asta una bottiglia per 71.000 dollari.

Macallan fine & rare, edizione 1926 con 62 anni di invecchiamento. Un uomo d’affari coreano si è aggiudicato all’asta una bottiglia per 75.000 dollari.

Era il 150° anniversario della nascita di René Lalique, fondatore di uno dei più marchi più prestigiosi nella lavorazione del cristallo, Macallan decise di festeggiare realizzando qualcosa di unico. Un 64 anni in un decanter da 1,5l realizzato da Lalique; battuto all’asta (ma questa volta per beneficienza) a 460.000 dollari.

Si tratta di qualcosa di unico, di storico, che andrebbe conservato e coccolato come un quadro di Picasso, una scultura del Bernini… mi intristisce un poco questa rincorsa tra collezionisti al rialzo. Posseggono un pezzo di Storia dopotutto….

e pensate che ridere… se una sera tornando a casa… la vostra cuoca (perché se uno si permette bottiglie del genere, dubito che abbia la moglie che cucina) vi saluta esordendo con un: “Signore, vi ho fatto il risotto col nuovo whisky che avete appena preso…”

ma parla come bevi!