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Highland Park 12 anni

Highland Park 12 anniProseguiamo la rassegna del “Whisky da supermercato” con una distilleria nelle Highland, l’unica insieme a Scapa delle isole Orcadi.
Questo non si trova proprio ovunque, ma è spesso presente nei grandi ipermercati, viene imbottigliato a 40% di alcol.

Premetto che dovrò sicuramente riassaggiarlo perché mi trovo piuttosto distante dalle molte recensioni fatte,  ad ogni modo per me è un Whisky da assaggiare, soprattutto per le notte di frutta con l’aggiunta di acqua, certamente non rappresenta il top della Distilleria, ma considerando il prezzo rimane di tutto rispetto.

Naso
Leggero fumo, agrumi, cioccolato e  un po’ di pera

Palato

ancora un po’ di fumo, che tende ad un leggero amarognolo, bucce d’arancia candita, una dolcezza confusa e molto lontana

Finale

Tendente all’oleoso, con note fruttate poco durature e ancora fumo leggero

Nulla di clamoroso, ma quell’arancia mi ispirava, andava approfondita… così ho aggiunto qualche goccia d’acqua ed è successo un piccolo miracolo: la debole arancia si è trasformata in un tripudio di agrumi che risultano ben marcati anche all’olfatto

Bowmore 15 anni Mariner

Bowmore 15 Mariner

 

Gli amanti degli Islay non possono non conoscere la distilleria a Bowmore (da cui prende il nome), capoluogo dell’isola. Fondata nel 1779 sembra sia ufficialmente la prima distilleria di Islay ad aver prodotto Whisky.
Utilizza tutto il grano possibile proveniente dall’isola, maltandolo ancora a pavimento, il resto lo importa già maltato, arrivando a produrre 2.000.000 di litri di distillato (al 2014). Continua la lettura di Bowmore 15 anni Mariner

Kilchoman MWF 2012

Kilchoman Milano Whisky Festival 2012Devo premetterlo subito, a me il Kilchoman piace un sacco. Perché la distilleria è giovane, intraprendente e ogni suo imbottigliamento è qualcosa di particolare. La prima volta che ho annusato questo Kilchoman (scelto dal sapiente naso dello Staff del Milano Whisky Festival) ho detto solo una parola:
“WHOA!”
la seconda frase, dopo averlo annusato nuovamente e prima di sentirlo al palato è stata:
“ne voglio due bottiglie”.
Kilchoman è una distilleria decisamente giovane se consideriamo che la prima botte è stata riempita il 14 dicembre 2005 e il primo imbottigliamento è del 9 settembre 2009. E’ naturalmente l’ultima nata su Islay e ha avuto un deciso successo che a mio parere è giustificato. Produce ottimi distillati, molto malto (tanto che riesce a realizzare un 100% Islay, dove tutto è dell’Isola) e più invecchia più diventa interessante.
Quella di cui parlo è stato scelto e imbottigliato per il Milano Whisky Festival, Bourbon Cask Numero 245 distillato il 15 agosto 2007 e imbottigliato a 59,5% il primo giorno di ottobre del 2012, 5 anni quindi.

Naso
Potenza, torba e fumo, scamorza affumicata, legno, albicocche

Palato
Notevole torba e fumo, albicocche e una dolcezza cremosa

Finale
Lungo e digestivo, con tutte quelle sfumature dell’affumicato, dalla scamorza allo speck dal camino alla pipa spenta e torna quella dolcezza particolare e cremosa

L’aggiunta di acqua libera torba e albicocche con i toni più dolci, però a mio parere perde quella forza che lo caratterizza tanto

Se volete assaggiarlo o prendere una bottiglia, dovete affrettarvi, il Cask ha donato solo 258 bottiglie e si trova in vendita presso il Milano Whisky Festival

Scapa 16 – The Orcadian

Scapa 16 The Orcadian

Isole Orcadi, così in alto nella Scozia non c’è altro, se non Highland Park, l’altra distilleria presente su Mainland, la maggiore della settantina di isolette che compone l’arcipelago.
Scapa (che si legge SKAA-pa) è un Single malt che in italia non si trova facilmente, ma se vi capita di fare un salto in Francia, lo troverete pure al supermercato.
Questo 16 anni è l’unico imbottigliamento ufficiale della distilleria. Un tempo faceva solo un 12 anni che molti rimpiangono, poi fece un 14 che pare fu una delusione, ora la distilleria sforna questo 16 che ho acquistato e non nascondo che ha saputo sorprendermi. Continua la lettura di Scapa 16 – The Orcadian

Glenfiddich 12 anni

 

Glenfiddich 12

Se devo essere onesto, sarò passato centinaia di volte di fronte a queste bottiglie che si trovano facilmente al supermercato, senza che attirassero la mia attenzione. Forse perché somigliano troppo a bottiglie “generiche”… la bottiglia di colore verde non aiuta, sembra più un’acqua naturale o un vino che non una bottiglia di Whisky. A me invece piace vedere il colore del distillato…
In ogni caso ci troviamo di fronte nientepopodimento che un Glenfiddich, ovvero un Single Malt della distilleria che vende più distillato in assoluto. Parliamo di numeri da capogiro: nel 2011 ha venduto ben 1 milione di casse da 12 bottiglie cadauna, diventando subito il Single Malt più venduto al mondo.
Glenfiddich è stata “più avanti” da subito, ne avevo già parlato qui: Continua la lettura di Glenfiddich 12 anni

doveva nascerne un libro VI – la degustazione

Ma alla fine, che cos’è la degustazione? Cosa significa degustare?
Degustare per me significa godere con i sensi a nostra disposizione cercando di assimilare, distinguere, capire e scoprire tutte le caratteristiche, il colore, i profumi e gli aromi di un whisky.
Immaginate la differenza tra il nutrirsi e il mangiare, tra il bere e l’assaporare.
Non è il limoncello o il grappino offertoci al ristorante dopo la cena, non è il fernet della nonna che ci fa fare il ruttino.
Il whisky costa caro, prendiamoci quindi tutto il tempo necessario per godere appieno del nostro distillato, cerchiamo di carpirne ogni aroma, ogni differenza liberando le nostre emozioni, i sensi e la percezione.

Ed è proprio in questi termini che si svolge una classica degustazione: si osserva, si annusa (molto) e si assaggia prendendo naturalmente appunti e discutendone (se si beve in compagnia)
Prendere appunti è importante, vedremo poi come e perché.
E’ bene precisare che la degustazione è rigorosamente soggettiva. Alcuni elementi ovviamente potranno considerarsi oggettivi, come uno spiccato sentore affumicato, piuttosto che un colore tendente al mogano; poi si entra in una sfera molto complessa di sensazioni. Occorre riuscire a liberare qualunque preconcetto concentrandosi su ciò che si percepisce, facendo tesoro dei ricordi associati ai profumi. Spesso è più facile ricordare un evento associato ad un profumo che il profumo o l’aroma stesso. Ad esempio per me è più facile ricordare che il profumo del caffè con latte è associato al ricordo di quando mi svegliavo da piccolo e mi recavo in cucina per far colazione, e la stanza era satura di quel profumo e della moka ancora calda. Ricordarsi queste cose, aiuta a distinguere gli aromi e i profumi.
All’inizio sarà molto difficile, ci si troverà a sentire apparentemente profumi e sapori assolutamente nuovi e mischiati tra loro, poi pian piano alcuni note usciranno maggiormente rispetto ad altre che magari necessitano di un goccio d’acqua per esprimersi.

Prendere appunti sulla degustazione è molto utile per tanti motivi. Il primo tra tutti è che si arriverà ad un punto in cui non sarà possibile, se non si ha preso nota, ricordarsi di tutti i whisky assaggiati. In secondo luogo, non è detto che siate riusciti a catturare tutte le sfumature di aromi e profumi al primo assaggio, quindi nulla vi vieta di completare la nota successivamente.
Saranno inoltre utili per confrontarvi con altri o con altre degustazioni
Anche il vostro naso è importante, credo sia superfluo dire come non sia il caso di fare una degustazione durante un raffreddore, un mal di gola o ci si trova in condizioni di salute non ottimale così come il bere subito dopo aver mangiato una caramella, cibi saporiti o l’aver fumato. L’ideale è lasciar riposare almeno mezz’ora naso e gola prima di procedere.

La prima fase rimane l’osservazione
Per osservare un whisky occorre un bicchiere e anche se sembra banale, non va bene un bicchiere qualunque.
L’ideale è il classico bicchiere a tulipano: gambo lungo, panciuto alla base per accogliere il whisky, stretto di collo per aprirsi alla cima. Ovviamente di  vetro e trasparente. Niente bicchieri di cristallo sfaccettati, niente plastica, niente bicchieri colorati. E’ importante poter osservare il colore naturale del whisky contenuto nel bicchiere perché ci darà interessanti informazioni.
Alcuni bicchieri hanno un coperchietto di vetro, utile ma assolutamente non indispensabile, perché si può tranquillamente usare anche un semplice cartoncino o foglio di carta, nel caso si vogliano fare confronti e di conseguenza il whisky resterà nel bicchiere a lungo.
Vista l’alta quantità di alcol presente nel whisky, coprire con un coperchietto il bicchiere limita l’inevitabile perdita delle sostanze volubili e dei relativi profumi.
Bicchieri simili si trovano facilmente in tutti i negozi di liquori, così come nei negozi che vendono materiale per la casa.
Da evitare bicchieri larghi, spesso associati al whisky con ghiaccio, farebbero perdere tutti gli aromi troppo presto.
Un consiglio personale è quello di sciacquare sempre con acqua un bicchiere lavato in lavastoviglie prima di utilizzarlo: spesso rimangono tracce di sapone, anticalcare o brillantanti che alterano i profumi.

Versiamo il whisky nel nostro bicchiere, se si tratta di un bicchiere da degustazione avrà anche un piccolo segno che indica i 2cl, quantità standard per una degustazione. Chiudiamo il tappo della bottiglia e prendiamo il bicchiere dallo stelo o dalla base. Non si deve mai prenderlo come fosse un brandy, non deve scaldarsi.
La prima osservazione ci mostrerà certamente il colore, che può andare dal trasparente gin al mogano scuro, con tutta una serie di sfumature che passano dall’oro, al miele, al bronzo, alla paglia.
Un colore molto chiaro, può indicare un giovane invecchiamento, un colore più scuro, un invecchiamento maggiore o una affilatura in botti particolari come ex botti di porto.
Agitando il bicchiere si potranno osservare la presenza o meno di particelle sospese che possono indicare una filtratura a freddo (nel caso abbiamo aggiunto dell’acqua) e agitandolo in senso rotatorio, si potrà intuire il grado alcolico dagli archi e relative lacrime (le linee di ricaduta nel liquido), maggiori saranno, maggiore sarà il grado alcolico.

La fase fondamentale è quella in cui si porta il bicchiere vicino al naso per annusare. L’olfatto è estremamente sensibile, molto più delle nostre papille gustative (se non ci credete, provate a leccare della cannella senza prima annusarla e tenendo il naso tappato). Annusare delicatamente e per brevi periodi, senza eccedere o rischierete di “accecare” l’olfatto con l’alcol. Il nostro olfatto infatti si abitua molto in fretta agli odori forti. Annusate prima con una narice e poi spostate il bicchiere sotto l’altra, e poi insieme e ancora insieme tenendo la bocca socchiusa.
Inalate brevemente e ogni volta allontanate il bicchiere dal naso agitandolo in modo da mescolare i profumi.

Mediamente il whisky si attesta su percentuali alcoliche intorno ai 40, 45, ma quando si tratta di single cask, si può arrivare tranquillamente al 60%.
In questi casi, aggiungere dell’acqua è quasi indispensabile. Il top sarebbe avere la stessa acqua usata in distillazione, ma visto che la cosa è quasi improbabile, è bene usare acque naturali in bottiglia. Non usare acqua del rubinetto perché aggiungerebbe del cloro e si tratta tendenzialmente di acque più pesanti che andrebbero a modificare in negativo il distillato.
La quantità di acqua da aggiungere nel bicchiere varia molto e non esiste una formula precisa, generalmente è bene non superare mai di il rapporto di 1 a 3. Restare su 1 parte di acqua per 5 parti di whisky  è un rapporto abbastanza comune e più è alcolico, maggiore sarà la necessità di acqua.
L’aggiunta di acqua, abbassa il livello alcolico evitandoci un impatto troppo importante con l’alcol, che andrebbe ad anestetizzare i nostri sensi. In più aiuta a liberare alcuni profumi che rimarrebbero celati nell’alcol a gradazione piena. La quantità di acqua, rimane un dato soggettivo.
Ricordiamoci di tenere sempre un bicchiere di acqua fresca accanto, ci pulisce la bocca, e riposa le papille gustative tra un sorso e l’altro.

PS Etico
Non guidate dopo aver bevuto, sfruttate l’occasione per farvi accompagnare a casa scroccando il passaggio gratis e promettete che “la prossima volta bevi tu e guido io”.

PS al PS Etico
Ricordatevi di cambiare accompagnatore la prossima volta, cosicché possiate bere ancora voi.