Ghibinèt 2008

Durante il Milano Whisky Festival 2016 mi aveva colpito molto la postazione del Glu Glu 2000 dove capeggiava la scritta “The First Italian Single Malt” accanto ad una bella confezione del Ghibinèt 2008 (nome risultante dalla fusione del tedesco di ‘Gaben’, doni e ‘Nacht’ notte).  L’imballo ricorda molto un’edizione che avrei voluto avere dell’Arran Smugglers’ Series – The Illicit Stills, qui con etichetta più semplice ma completa e bella scatola che dona importanza.

 Lo avevo assaggiato durante il MWF e mi aveva colpito (leggete QUI) ma essendo già “stanco” dalla giornata e desiderando dedicargli più tempo ho preso anche un sample che ora ho aperto. Dedicargli più tempo perché lo merita, è un prodotto italiano di estrema nicchia, non è un imbottigliamento parallelo, e di scozzese ha giusto le botti (e che botti!) in cui ha riposato per 8 anni.
Qui un po’ mi ripeto (anzi, da scansafatiche copio e incollo quanto avevo già scritto:

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Sul colore del Whisky

Riflessione molto breve visto che ultimamente mi trovo molto impegnato, faccio piuttosto tardi e non riesco a dedicare un po’ di tempo al Distillato….
Mi è capitato di leggere su diverse recensioni online ma anche su libri riguardo il colore, il termine: “vino bianco”.
Come se “vino bianco” fosse un colore univoco e rappresentativo.

No, non è così, usare questo termine per descrivere il colore di un distillato è decisamente riduttivo.

Nel mondo del vino si utilizzano almeno 4 termini per identificare il colore del vino bianco ed in particolare:

Giallo verdolino
Giallo paglierino
Giallo dorato
Giallo ambrato

a cui si possono aggiungere le varie sfumature, riflessi, tendenza (ad esempio, giallo paglierino con sfumature verdoline oppure giallo dorato tendente all’ambrato).

Voi potrete obiettare dicendo che questo è Whisky, non Vino. Si, avete ragione. Ma allora di che colore è il Vino Bianco?